FEBBRAIO '10

Torna a Signs/Opinions


“La disperazione etica di chi ha perso la propria anima è la disperazione estetica di chi ha perso la propria arte.”
Silvio Merlino, 2010.



Con Sergio nei primi giorni dal suo arrivo. In alto, sopra il Mataquito.
Con Sergio nei primi giorni dal suo arrivo. In alto, sopra il Mataquito.



  Ha portato con sé i suoi personaggi, tutti i ricordi dei continenti nei suoi viaggi, ha portato anche il suo mal d’australia. E' arrivato mio fratello il viaggiatore, senza timer e con un mondo di informazioni.
È venuto a trovarmi per vedere se quest’america gli dice qualcosa che potrà far parte di una sua costellazione futura, una collezione nella notte, qualcosa che possa accendersi a partire da qualunque parola, da qualsiasi ricordo, da qualsiasi collegamento. 
Le stelle sono sempre troppo numerose nel cielo notturno e forse davvero non ha senso parlarne con ordine quando si pensa che il sole non sorgerà più.
Per mio fratello esprimersi è tutto, conta sulla mia complicità e ce l'ha.

Sono lo specchio di mio fratello con tutti i miei animali, l'addio ai capelli geneticamente anticipato e la caduta della giovinezza nel gusto del disegno. E anche a me del resto i ricordi s’illuminano ormai come riflettori arbitrari in un teatro buio gestito da un tecnico delle luci di cui non conosco mosse e fini.



Luna, la tigre bianca dello zoo di Santiago con uno dei suoi cinque piccoli.
Luna, la tigre bianca dello zoo di Santiago con uno dei suoi cinque piccoli.



  L'estate è faticosa negli uffici, meglio scendere nella luce dei pomeriggi del secano, nei paesi che si preparano a far festa e si mostrano vivaci ai figli e ai nipoti che per qualche settimana ritornano al villaggio dalle città. Quando si torna alle origini e si riabbracciano i nonni e i genitori, tutto ritrova allora un ritmo lento, più lento, come è sempre sotto il sole estivo della campagna.
La vacanza degli altri: una tremenda siesta dello spirito che si arrotonda, che lievita tra gli odori di cibo e legna bruciata.
 

Uno dei due condor avvistati a Los Queñes.
Uno dei due condor avvistati a Los Queñes.


   L'equipo non c'è più, la tendenza a cui, dalla nostra posizione, non riusciamo più ad opporci è che ognuno faccia per sè. Senza volerlo diventiamo ipocriti a levar lodi del lavoro comunitario con i contadini se la squadra non lavora insieme.
Il  personale è stato scelto con cura dal direttore e fa il suo lavoro in modo che non sia più lavoro di squadra, ognuno vuole compiere le proprie mete e meno si parla tra tutti meglio è.
Abbiamo un bel provare a mettere assieme ciò che è stato selezionato perchè resti diviso. Esattamente come immaginavo avvenisse dopo la punizione antisindacale che ha portato allo smembramento della vecchia squadra.
E proprio quando la fiducia della gente era al massimo, quando si cominciava a vedere frutto nel lavoro dei gruppi, proprio quando l'acqua prendeva impeto si comincia di nuovo a ristagnare. Intanto tra il fiume, gli incendi, il sole e il vento si sta in aria di afa umana.

Temo risultati che staranno solo sulla carta.
Che il metodo non si mantenga coerente, che la tensione morale ci cada dai cuori.
Che diventi un lavoro come tutti gli altri, come mi pare già sia per questi.




(Febbraio 2010) Una lingua è morta, una cultura è morta. Questa settimana, l'ultimo oratore superstite della lingua Bo delle Isole Andamane (India) è scomparso. 
da SIL







Ho trovato con dei bambini questa Grammostola Porteri.
Ho trovato con dei bambini questa Grammostola Porteri.










 Il 27 Un terremoto 8,5 si abbatte su questa terra e gli fa male.







Gli alberi intanto, terremoto o no, non hanno mai smesso di farli bruciare. Questo è un'altro cerro incenerito, l'ennesimo. Possibile che non si possa fermare questo rogo di santi?
Gli alberi intanto, terremoto o no, non hanno mai smesso di farli bruciare. Questo è un'altro cerro incenerito, l'ennesimo. Possibile che non si possa fermare questo rogo di santi?



Bebeo di tutto questo non si riempie ne la bocca di parole ne gli occhi di lacrime.
Bebeo di tutto questo non si riempie ne la bocca di parole ne gli occhi di lacrime.