APRILE '10

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“No, nessuno merita un rimprovero, nessuno avrebbe potuto agire diversamente, su tutto c’era già l’influsso del Castello”
Franz Kafka, “Il Castello”


Ciò che resta del lungo viaggio è una linea gialla, già nota, che taglia la mappa, una linea che si vede completarsi precisa in dodici ore, senza sudare una sola goccia nel sedile.
Ciò che resta del lungo viaggio è una linea gialla, già nota, che taglia la mappa, una linea che si vede completarsi precisa in dodici ore, senza sudare una sola goccia nel sedile.


Le vigne di un autunno di vendemmia.
In quest'atmosfera ritroviamo i nostri compagni di squadra, imprigionati dal potere, ritornati all’efficienza Crate.
Le vigne di un autunno di vendemmia. In quest'atmosfera ritroviamo i nostri compagni di squadra, imprigionati dal potere, ritornati all’efficienza Crate.


     Qui comincia la seconda fase del nostro tempo qui in Chile, è passato un anno e molto esotismo se n'è andato. E' cambiata la squadra e con lei la metodologia di lavoro, c'è stato un terremoto a sigillare questo cambio nell'intera regione.
A un anno dal nostro arrivo e dopo il rientro dall'Italia il Chile di queste latitudini ci offre ora un lato più quotidiano mentre il progetto comincia a riassorbirsi completamente dentro al metodo del Crate.
Le nostre attività continuano anche se in parte smorzate dai pesanti interventi di stampo assistenzialistico che dopo il terremoto hanno inondato la regione, nel bene come nel male.
Ad ogni modo questo tipo di aiuti presto finirà e i campesinos riprenderanno con noi da dove avevano lasciato.



Ho scoperto di avere il dono.
Ho scoperto di avere il dono.

  L'acqua dopo il terremoto ha cambiato i suoi percorsi sotterranei e dove prima c'era ora non esce più, ma ancora più spesso esce da nuove sorgenti sui fianchi delle colline dove mai era comparsa prima; per questo tra la gente c'è chi è rimasto privo d'acqua e chi è stato miracolato da una fonte.
L'acqua dunque cambia di proprietà, si secca da un lato di un colle ed esce dall'altro.
Il Secano è attraversato ora da infallibili rabdomanti che sanno scovare i punti in cui l'acqua sotterranea scorre più vicino alla superficie.

Io ho scoperto di avere il dono e sto imparando ad adoperarlo.













  Che cos’è Vergogna? Questo mi succede di pensare oggi nella mia ingenuità, come qualcuno che crede di conoscere una lingua straniera ma a cui ancora capita di chiedere come si scrivono certe parole.
Così scucendo e ricucendo le proprie lobotomie si riaccendono a volte vecchi concetti.
So che non perverrò ad una risposta ma la domanda mi si fa più pressante dopo esser tornato in Italia e ripartito.
Cosa potrà essere questo senso della vergogna che può ammazzare come anche essere del tutto assente in un uomo?


Copihues a la Reserva Nacional Los Ruiles.
Copihues a la Reserva Nacional Los Ruiles.
E' come l'atmosfera di una testa, qualcosa che lievita in una normalità inibita e apparentemente accettabile, un sentimento che accompagna sempre colui che continua a vergognarsi senza che possa riuscire mai a scoppiare.
La vergogna entra nel circolo della colpa apparente e si fa mangiare come il pane quotidiano di una condanna che non si riferisce più nemmeno necessariamente ai fatti che l’hanno fatta scaturire. Prende a preda una persona, ma anche tutta una famiglia e le generazioni passate, biblicamente. Un acido in cui da immersi non si esce più se non come fantasmi. Non resta allora che coprirsi il volto con le mani e cercare di non incrociarsi allo specchio per non insultarsi.
Questa è la vergogna assoluta, che schiaccia l’umanità di un uomo e che lo porta a sentirsi tra i paria.

Ma la mancanza di vergogna invece? E' questa che permette all’uomo forte d'arrampicarsi, che accresce la sua potenza, che lascia lucidamente scorgere per lui le scappatoie, le scorciatoie pratiche al di sopra della morale convenzionale. Questa mancanza dovuta ad un presunto obiettivo superiore (lo stesso su cui rifletteva Raskolnikov), mira dritto all’impunità di chi sappia cavalcare la proverbiale tigre.
La mancanza di vergogna fa riscrivere infatti la morale e la legge per proprio uso e consumo, si vincono gli uomini, le loro proprietà e sensibilità per avvicinarsi a dio montando s'uno sgabello.
Quando si dice di qualcuno che non ha vergogna, lo si dice quasi con simpatia, come di fronte ad un segno di vitalità, ad una scommessa di riuscita.
Tutto cade solo quando si cade dalla tigre ma anche allora il cavaliere non si vergognerà e dirà: "Ho osato". Quindi gli rimarrà sempre e comunque qualche adepto innamorato della sua âge d'or.


Bosco nativo della costa, così com'era prima dell'arrivo dei coloni.
Bosco nativo della costa, così com'era prima dell'arrivo dei coloni.


Ma noi tutti che per ragioni morali, religione, tradizione, educazione, vogliamo essere degni di vivere tenendo lontano lo spettro della vergogna secondo le regole di un gioco cangiante ma comune, dobbiamo cercare di capirla, capire che posizione abbiamo davanti ad essa. Abbiamo davvero idea per esempio di quanto questo sentimento sia legato al potere?

Come deve essere superata l’idea stessa di vergogna per raggiungere il potere e come nello stesso tempo la si utilizzi come strumento per mantenerlo.

La vergogna sarà allora un'arma sociale, un'arma del potere stabilito. Un arma che funziona solo se compie interamente il suo ciclo di avvallo: colpa, accusa, condanna e pubblicazione (e non necessariamente in quest'ordine).



La vergogna cade sui deboli, quando le società le danno un valore di controllo, i potenti sembrano non sentirla (o non si sa mai come la sentono), forse non la sentono, non l’hanno. Si vede tutti i giorni che  possono continuare a non provarla, agendo come animali da rapina sanno dimenticare i loro delitti. Si dovrà dunque rivitalizzare questo senso della vergogna nei forti, richiederlo come attributo indispensabile dei politici e far loro dei test per vedere se sanno o saprebbero vergognarsi.

Ma invece quando al debole basta una mezza parola, al potente non sarà sufficiente il grido di una nazione.
La vergogna è il vero castigo, non la galera o la morte. Ma chi non l'ha è già salvo.

Cosa resta del sentimento dei progenitori scacciati dall'angelo?


Eppure esistono, restano persone che, protette dal potere, fanno ciò che vogliono senza conoscere vergogna.
Forse avere vergogna è una qualche forma di pietas, forse Vergogna è una dea e costoro non le porgono alcun omaggio.
Dovrebbero vergognarsene?


E il torrente che scorre in mezzo.
E il torrente che scorre in mezzo.