I LOTTATORI NUDI - maggio'95 -

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"... non vi è bene superiore alla battaglia.

Per qualunque buona sorte si offra, essa è la porta che si apre sul cielo. Felici, o figlio di Prtha, i guerrieri cui tocca in sorte una simile battaglia!"

Bhagavadgita, "canto terzo"


Quanto stringe questa costrizione alla misura quando non riusciamo a pensare ad altro che alla dismisura propria del nostro cuore, questa ostinata scelta verso la bellezza, tanto amata, quanto è pesante alla nostra debolezza!
Pesiamo sul tesoro sensibile della bellezza come assetati alla fonte, se a voi bastano gli occhi e la bocca per goderne a sazietà, se questo è il vostro più alto Senso, così sia.
Quanto è raro il nostro bene dentro il tesoro immenso.
Noi non godremo all'infinità dei piaceri del tesoro; molti possono berne, ma noi vogliamo essere parte della fonte. E se sbagliamo, sbagliamo due volte perchè abbiamo deciso di non muoverci comunque da quest'errore.
Ciò che dentro ci preme ci onorerà quando uscirà come limpida acqua, purificato nell'idea e nella forma.
Non per ambizione ne per gloria o guadagno faremo questa lotta.
c'intruderemo nella roccia, in rivoli fin dentro alla faglia del tesoro, per poi ridarci alla luce purificati.
Viviamo di una risoluzione che crediamo morale e che forse è propria d'altro tempo.

Marco, 21 maggio 1995




























XLIX
"Naturalmente l'animale odia il suo simile, e qualora ciò è richiesto all'interesse proprio, l'offende. Perciò l'odio né le ingiurie degli uomini non si possono fuggire: il disprezzo si può in gran parte. Onde sono il più delle volte poco a proposito gli ossequi che i giovani e le persone nuove nel mondo prestano a chi viene loro alle mani, non per viltà, né per altro interesse, ma per un desiderio benevolo di non incorrere inimicizie e di guadagnare gli animi. Del qual desiderio non vengono a capo, e in qualche modo nocciono alla loro estimazione; perché nell'ossequiato cresce il concetto di se medesimo, e quello dell'ossequioso scema. Chi non cerca dagli uomini utilità o grido, né anche cerchi amore, che non si ottiene; e, se vuole udire il mio consiglio, mantenga la propria dignità intera, rendendo non più che il debito a ciascheduno. Alquanto più odiato e perseguitato sarà così che altrimenti, ma non molte volte disprezzato."
Giacomo Leopardi, "Pensieri"